Ancora tanto lavoro da fare per Babbo Natale
La disuguaglianza si riduce se leggete i dati ISTAT. Per chi sperava in notizie col botto come a Capodanno, consigliamo di riporre l’accendino. E’ una percentuale davvero piccola, ma segna un incentivo per recuperare positività. Potremmo definirlo un piccolo dono di Natale, da mettere sotto l’albero. Sperando che possa crescere e germogliare. Il paese fatica a ritrovare slancio e i dati zero virgola, non appassionano nessuno. Ma tocca accontentarsi.
I freddi dati
I dati sono freddi e talvolta difficili da comprendere, ma un leggerissima chiusura della forbice c’è stata. E’ evidente. L’ISTAT comunica che tutte le fasce di reddito hanno avuto un saldo positivo. Anche se stavolta è proprio quel 20% della popolazione più in difficoltà, ad averne tratto il miglior vantaggio. Babbo Natale ha risposto a qualche letterina, e il 2019 potrebbe portare qualche sorriso.
I poveri continuano a stentare
I più poveri, restano tali, anche se la crisi iniziata nel 2009 dovrebbe essere superata. Mancano le condizioni per un vero rilancio. Cina e Usa sono nella fase “poi viene mio zio col carrarmato” e le borse non gradiscono. La parte più debole della popolazione è quella che ha accusato peggio il colpo, ed ancora dovrà faticare per tornare ai livelli pre-crisi. Devono recuperare quasi 15 punti, per pareggiare il gap.
Rischio povertà
L’Istat stima che nel 2017 era “rischio di povertà o di esclusione sociale” il 28,9% della popolazione italiana. Un miglioramento dell’ 1’1% rispetto al 2016, quando l’indice era al 30%. La percentuale di cittadini a rischio di povertà scende pochissimo (20,3% contro 20,6% nell’anno precedente). Dato migliore invece, per chi vive in famiglie molto deprivate, che scende di 2 punti percentuale(10,1% da 12,1%). Migliora anche il dato riferito a chi vive in famiglie dove manca il lavoro, che scende di 0,4% (11,8%, da 12,8%).
Gli statistici intendono per a rischio di povertà le persone che vivono in famiglie con un reddito molto basso, vicino alla soglia minima. Nel 2017 era calcolata in 9.925 euro annui (827 euro al mese) per un solo adulto con reddito in famiglia. Sono 9 gli indicatori di rischio che vengono presi in considerazione per determinare chi è sulla soglia. Non riuscire a pagare bollette, affitti o rate di mutui. Non poter riscaldare l’abitazione. Non riuscire a sostenere spese impreviste di 800 euro. Non potersi permettere un pasto adeguato ogni due giorni e una vacanza l’anno. Non possedere una tv a colori, una lavatrice, un’auto o un telefono.

