Sono i funghi il motore delle renne
Resettate tutto. La leggenda legata a Babbo Natale viene dalle popolazioni del Nord Europa. Probabilmente ispirato agli stregoni Sami (Lapponi) ed ai loro rituali. Consumatori di funghi per i loro riti sciamanici di guarigione e benessere. Il fungo più consumato era l’Amanita muscaria, noto anche come Fly agaricos. Ovvero il fungo del volo, che non lascia adito ad altre interpretazioni. Quel frikkettone di Babbo natale conosceva lo sballo già molti secoli fa.
Ecco perché le renne volano
Quel grazioso fungo dal cappello rosso con puntini bianchi. Il tipico fungo delle fiabe, caro a tutti i disegnatori di racconti per bambini è un fungo altamente tossico, che può diventare mortale. Bisogna saperlo trattare per poterlo consumare ed ottenere effetti positivi. Le renne quando mangiano le amanite si comportano in modo strano. Iniziano a vagare come ubriache, saltellando e scalciando. L’immagine delle renne volanti deriva proprio da questa reazione d’impazzimento. L’aggiunta di una slitta con a bordo uno sciamano ne è la logica conseguenza.
Tipico abbigliamento Sami
Anche l’abbigliamento di Babbo Natale ricorda quello degli uomini di magia Sami. Lunghe casacche nere o blu con decorazioni rosse. Sopra giacconi di renna con risvolti di pelo, cappello cilindrico rosso, calzoni di pelle e alti stivali neri. Nelle rappresentazioni nordiche gli sciamani erano sempre raffigurati con lunghe casacche di renna rivoltate. I colori, prima il verde, poi il rosso sono stati aggiunti solo agli inizi del secolo scorso.
Rosso come un peperone, anzi come un’amanita
Quello che sicuramente era rosso era il viso dei consumatori di Amanita muscaria. Una delle reazioni che porta il suo consumo del fungo è infatti un diffuso rossore al volto. Gli zigomi s’incendiano a chi ne fa abuso. Gli sciamani li raccoglievano nei boschi e li trasportavano nei villaggi in grandi sacchi di tela. Sacchi che richiamano quello che i moderni Babbi Natali trasportano sulle spalle coi regali per grandi ed adulti.
Appesi ad asciugare nei calzini
Per consumare l’amanita senza correre rischi di intossicazione è necessario disseccarlo. I Lapponi lo facevano nelle loro yurte (capanne circolari di pelli di renna sostenute da pali) attorno ad un fuoco centrale. Per evitare che venissero troppo affumicati o bruciacchiati, li avvolgevano in pezze o calze e li appendevano a pali. Anche in questo caso il riferimento ai calzettoni da appendere al caminetto è molto forte.
Abbasso la fame e a fatica
Il consumo di funghi allucinogeni serviva per allentare i morsi della fame nel periodo invernale. Per togliere la fatica o per favorire il sonno nelle lunghe notti polari. Facile associare la piacevolezza e beatitudine del periodo natalizio a quello di uno sballo indotto. Gli sciamani col loro potere di distribuire il fungo disseccato erano il tramite per godere di momenti felici. A loro veniva tributato un grande rispetto proprio per le loro abilità curative e le capacità di alleviare il dolore.
Le leggende si sono mescolate alle tradizioni cattoliche
I riti e le convenzioni cattoliche hanno rimescolato il tutto e creato nuove situazioni. La fusione delle leggende ha portato a nuove versioni delle leggende nordiche. Il vestito s’è trasformato in una lunga veste bianca con in capo una tiara rossa. Oppure grazie a una certa bevanda frizzante ha aggiunto 50 chili di peso e il vestito è diventato rosso e il cappello a punta.
Tante versioni un solo Santa Claus
Il Sinterklaas olandese arriva dalla Spagna con un somarello ed un servitore moresco. Il Nikolaus tedesco e tirolese, dopo aver sconfitto il male simboleggiato dai diavoloni Krampus, entra nei paesi a portare buonumore. Il Saint Nicolas francese si fa accompagnare da un brigante ammansito. Mentre nelle città di mare San Nicola arriva in barca portando un tesoro….

