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Natale di Pace, un secolo dopo

cartolina di natale Grande Guerra

Un monito che è meglio non dimenticare

Oggi ci sembra scontato poter festeggiare il Natale in tempo di Pace. I più giovani, a sentirne parlare sorridono, quasi come se fosse la ovvia risposta della miss dopo l’incoronazione: “Vorrei la Pace nel mondo”. La guerra è così lontana dalla nostra attualità. Ci sono in realtà decine di focolai nel mondo. Ma non li sentiamo come una minaccia, protetti, al caldo delle nostre case e con la certezza di un piatto caldo. Eppure appena un secolo fa, nel 1918, si riuscì finalmente a fare di nuovo festa, dopo tre anni terribili e sanguinosi. Una guerra combattuta in trincea, nel fango, in montagna, nei corpo a corpo con le baionette. Fu una vera carneficina.

12 milioni di vittime tra i militari e quasi altrettanti tra i civili, dovuti a malnutrizione e incidenti, quelli che ora si chiamano danni collaterali. La povertà afflisse un numero incredibile di persone, la fame divenne endemica. La Grande Guerra fu uno dei più grandi stermini militari, ed ebbe una sola tregua. Nel Natale del 2014, si giocò una partita a calcio tra gli eserciti tedesco e britannico. Durò solo un giorno, terminato l’incontro rientrarono nelle trincee, e ricominciarono a spararsi.

partita calcio tregua di Natale

Il difficile ritorno a casa

Tantissimi i caduti e i dispersi in quel conflitto. Tra chi è sopravvissuto o salvato, non tutti sono riusciti a tornare a casa ad abbracciare la famiglia, in tempo per condividere il Natale. Molti soldati dopo lunghe peregrinazioni, sono riusciti a rientrare solo l’anno seguente. Le battaglie han lasciato gravi ferite, non tutti sono ritornati in salute, nel corpo e nello spirito. La Grande  Guerra ha stravolto e condizionato la vita di milioni di persone, non solo nel fisico. Gli strascichi sono continuati anche nei decenni successivi. La Pace ha dovuto essere metabolizzata.

carro di profughi

Ricordiamoci del passato

Rivolgere un pensiero a quei caduti e sopravvissuti è necessario. Per comprendere da dove siamo partiti, ci aiuterà uno sguardo al passato. Per poter gioire di più di quanto abbiamo oggi, e condividere con i nostri affetti, questi momenti di serenità. Doni, regali, alberi di natale, addobbi, festoni, luci, tutto passa in secondo piano, davanti ad un evento bellico. Se ci confrontiamo con le sofferenze di chi stava combattendo una ennesima stupida guerra, non sembrerà così scontato il nostro presente.

scena di trincea Grande Guerra

Un Natale profondamente etico

Possiamo vivere con maggiore intensità un Natale che dovrebbe essere profondamente etico. Riportiamo le persone in primo piano. Troviamo il tempo per pensare a chi sta peggio di noi. A chi non può godere di questo sfavillio di luci, questa abbondanza di cibo, dolci e regali. Regaliamo a noi stessi un poco di tempo per riflettere sui nostri rapporti familiari, o per fare sentire meglio qualcuno che ne ha bisogno. Pensiamo ai nostri nonni, ai malati, ai disagiati, ai poveri, ai depressi, ai soli, ai deboli, ricordiamoci che un giorno potremmo essere noi in quella posizione.

abbraccio affettuoso

Diventiamo smart

In un’epoca di grandi connessioni in rete, diffusione di telefonini smart, e applicazioni social, diventiamo anche noi smart. Chiamiamo chi non abbiamo avuto il tempo di sentire, chi è passato nella nostra vita ma per qualche vicenda, se n’è allontanato. Ricomponiamo i vecchi dissidi, seppelliamo le asce di guerra, per una pace che è anche un passaggio interiore. E’ un momento di crescita, di equilibrio. “Auguri” è solo una parola, ma è un concetto che serve moltissimo, a chi li fa e a chi li riceve. Distribuiamoli senza lesinare, anche mentre visitiamo i Mercatini di Natale.

Buon Natale, che sia di Pace per tutti quanti. AUGURI.

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Natale di Pace un secolo dopo
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Natale di Pace un secolo dopo
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a un secolo dalla grande guerra, un Natale di Pace in famiglia pensando a chi ha sofferto o è rimasto vittima della guerra
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